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Faccio da solo!

Nel momento in cui si parla di autonomia del bambino si pensa subito al saper allacciarsi le scarpe o all’essere in grado di mangiare da solo, ma non si intende solo questo.


Quando vediamo un bambino che sta osservando un oggetto da lui desiderato e che sta iniziando a compiere tutti i passaggi per prenderlo, l’azione che ci verrebbe più naturale fare sarebbe quella di aiutarlo e passargli subito l’oggetto, evitandogli così la fatica di allungamento e lo sforzo fisico e mentale.


“Il bambino deve saper compiere azioni da sé, le azioni pratiche della vita, senza che altri lo facciano per lui” - Maria Montessori

Noi adulti facciamo molta fatica a restare solo in osservazione, ma è più opportuno intervenire solo se e quando il bambino ha bisogno di aiuto: così facendo, il piccolo potrà anche sentirsi frustrato ma non abbandonato alla gestione di questa frustrazione.


Molto spesso succede che per la fretta di andare o di fare qualcosa, non viene dato al bambino il tempo necessario per lavorare da sé alla sua autonomia. Avviene quindi che si blocca questo interessante passaggio e, contemporaneamente, lo si riempie di regali e oggetti che guarderà solo per poco tempo.


Un bambino che prova ripetutamente a raggiungere un oggetto desiderato, ha una spinta interna nel corpo che lo porta a muoversi per arrivare al suo obiettivo.


Capita però che quando si assiste a questi episodi, durante i quali il bambino esprime tutta la sua fatica e la sua frustrazione con pianti e lamenti, noi adulti pur di evitargli questo “dolore”, ci sostituiamo a lui, togliendogli la possibilità di riprovare, di mettersi alla prova ancora, facendogli intendere che “non è capace”.


Ora è necessario tenere conto dell’aspetto emotivo della questione.


Se accompagnato in questo momento di esperienza e scoperta, il bambino crescerà sapendo stare con gli altri, nel rispetto e nell’ascolto empatico, perché ritroverà che a lui è stato permesso di sbagliare e riprovare per raggiungere qualcosa che desiderava profondamente dentro di sé.


Solo una volta consolidato il passaggio lo si potrà lodare dicendo: “Wow hai fatto da solo!”, “Ho visto che hai faticato tanto e che ci sei riuscito!”, “Che meraviglia!”, ecc..


Se ti interessa approfondire la questione


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