Non si discute sui compiti per le vacanze, pensando che potrebbero essere utili per rinfrescare i concetti imparati e rinforzare quegli apprendimenti già fatti. Questa settimana ho sentito in consulenza due mamme molto preoccupate perché dalla Scuola dell’infanzia dei loro bambini di 3 anni appena compiuti è già arrivata la comunicazione dei famosi compiti per le vacanze. Certo! Questi famosi “Libri per le vacanze” sono divertenti, molto colorati e con tante attività anche diverse di quelle che fanno i bambini a scuola. Sentire che si lasciano compiti per le vacanze a bambini piccoli di 3 e 4 anni però mi ha fatto venire la pelle d’oca. Il lavoro del Genitore sarebbe, senza stressarsi, documentare questi momenti che non torneranno più. Invece questi libri con i compiti per le vacanze molto spesso creano stress e una grande aspettativa, non solo nel genitore, ma anche nel piccolo bambino che dovrà finirli in un tempo determinato. Almeno fino ai 6 anni i compiti dovrebbero essere “giocare e divertirsi” fino allo svenimento, invece di ingabbiarli, tenendoli seduti a svolgere “i compiti”.
Sarebbe come tenere un fiore dentro ad una piccola gabbia, senza terra né acqua che alimenti la sua fioritura.
Perché non suggerire dei momenti all’aperto, dove il bambino possa osservare, selezionare, classificare materiali naturali per esempio sassi, foglie, erba, legni o altro?
Perché non suggerire del tempo emotivo per raccontarsi storie, darsi mille abbracci, rubare dei baci, giocare a nascondino, e ridere a squarciagola con il genitore?
E perché non fare “indigestione” di coccole, baci, abbracci, sguardi, momenti vissuti con le persone care?
Fare il pieno dell'aspetto emotivo aiuta il bambino a sviluppare sicurezza in sé stesso e fiducia negli altri.
Si potrebbe pensare a soluzioni alternative, basterebbe accendere un faro che porti tante belle idee e permetta ai bambini di crescere armonicamente sperimentando e vivendo in prima persona tutti gli aspetti che poi alimentano un grande piacere per arrivare più consapevoli agli apprendimenti.
Ormai è noto che un bambino che non gioca bene non conosce il proprio corpo, non fa esperienza di sé stesso e dunque neanche dell’altro, in questo modo farà moltissima fatica a stare nel compito quando sarà il momento.
Permettiamo ai bambini di sperimentare ed esplorare al massimo le sue potenzialità e non chiediamo loro di stare seduti a completare il “Libro per le Vacanze” della scuola solo per fare bella figura… Ma con chi? Siamo sicuri che sia una buona proposta? Riflettiamo.
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